Un regime fiscale favorevole, per almeno cinque periodi di imposta, per le persone fisiche esercenti attività di lavoro dipendente, autonomo o d’impresa con determinati requisiti che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia.
A stabilirlo è l’art.16 del Decreto Legislativo n°147 con il quale si introduce, ed è la prima volta all’interno dell’ordinamento italiano, un’agevolazione fiscale che punta dritto ad incentivare attraverso appositi sgravi, lo spostamento della residenza fiscale nel nostro paese, i quali una volta entrati e stabiliti all’interno dei confini italiani, potranno godere del cosiddetto regime dei Lavoratori Impatriati.
Il Decreto Crescita entrato in vigore un paio di settimane fa ha toccato e non poco la questione, allargando la portata del provvedimento per i soggetti che hanno trasferito la residenza fiscale in Italia a decorrere dal 30 aprile 2019.
Andiamo quindi a vedere nello specifico, quali caratteristiche e quali sostegni nello specifico sono previsti per chi sceglie l’Italia come paese in cui portare avanti la propria attività lavorativa
Le agevolazioni
I contribuenti che decidono di trasferire la propria attività lavorativa in Italia, è riservato l’abbattimento della base imponibile soggetta a tassazione. Questi soggetti, esercenti attività di lavoro dipendenti o di lavoro autonomo o di impresa, possono abbattere la base imponibile soggetta a imposizione fiscale del 70%.
Questo significa che solo il 30% del loro reddito sarà soggetto ad IRPEF, questo tipo di agevolazione fiscale sarà valida per cinque anni e sarà rivolta sia a cittadini italiani precedentemente espatriati sia a cittadini non italiani.
Unica nota, il fatto che la base imponibile del 30% viene abbassata al 10% qualora i contribuenti diventino veri e propri residenti di alcune regioni come:
- Abruzzo
- Campania
- Sardegna
- Molise
- Basilicata
- Sicilia
- Campania
- Calabria
Tale agevolazione però, potrà essere anche prorogata per ulteriori 5 periodi di imposta nel caso in cui il contribuente presenti un figlio a carico minorenne oppure quest’ultimo si sia fatto carico dell’acquisto di un immobile residenziale su suolo italiano, con un abbattimento dell’imponibile del 50%.
I requisiti per accedere
Come usufruire quindi di questo beneficio? Per i cittadini espatriati che tornano a lavorare in Italia, possono accedere a questo incentivo qualora:
- il lavoratore non sia stato fiscalmente residente in Italia per almeno due periodi di imposta;
- il lavoratore si impegna a risiedere fiscalmente in Italia per almeno due periodi di imposta
- l’attività lavorativa è prestata prevalentemente su territorio italiano
Inoltre, i cittadini italiani dovranno tenere conto la necessità di essere stati iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, un requisito per accedere al bonus che può essere richiesto qualora il contribuente si trovi residente, prima del rimpatrio, in un paese con cui l’Italia non ha una convenzione contro le doppie imposizioni.
Per quanto riguarda invece i cittadini non italiani ma cittadini dell’Unione Europea, potranno accedere all’agevolazione solo se in possesso di un titolo di lauree, i quali abbiano svolto in maniera continuata un’attività lavorativa fuori dal proprio paese natale e dall’Italia nei due anni precedenti.
Altra condizione, quella di aver svolto un’attività di studio in maniera continuata fuori dal proprio paese natale e dall’Italia nei precedenti due anni, conseguendo al termine del percorso formativo un titolo di laurea o un master di specializzazione post laurea.
Estensione ai lavoratori sportivi
Con il Decreto Rilancio, l’agevolazione è stata estesa anche ai lavoratori del mondo dello sport: da parte del legislatore si è cercato di rendere più invitante far arrivare sportivi professionisti nel bel paese, offrendo loro la possibilità di poter lavorare in Italia usufruendo di sgravi fiscali e al datore di lavoro di avere meno costi a carico.
Per i lavoratori sportivi accedere al privilegio sarà dettato dal fatto di aver maturato due anni di residenza fiscale all’estero con l’impegno di restare in Italia almeno per altrettanto tempo, mentre viene a cadere sia per gli sportivi italiani che stranieri, il vincolo legato del possesso del titolo di studio.
Per gli sportivi, l’abbattimento della base imponibile è del 50% per cinque periodi di imposta a patto che sia versato un contributo pari allo 0,5% della base imponibile a sostegno dei settori sportivi giovanili; allo stesso tempo non è prevista alcuna possibilità di proroga.
Dichiarazione dei redditi
Una volta che si accede all’agevolamento, come ci si deve comportare al momento della dichiarazione dei redditi? Sono differenti le azioni da compiere per quanto riguarda un lavoratore subordinato rispetto un lavoratore autonomo.
I primi, dovranno trasmettere un’autodichiarazione con le indicazioni relative all’agevolazione al proprio datore di lavoro, il quale si preoccuperà di applicare le ritenute in misura ridotta, evidenziandole poi nella Certificazione Unica.
Nel Modello Redditi, quadro RC, nella casella “Casi particolari” dovrà essere indicata la specifica tipologia di agevolazione di cui usufruisce il lavoratore impatriato, l’imponibile abbattuto sarà di seguito indicato nei righi da RC1 a RC3.
I secondi, possono richiedere l’applicazione della ritenuta a titolo d’acconto, solo sulla base imponibile oggetto di imposizione fiscale fornendo una apposita auto-dichiarazione ai Sostituti di imposta, dandone poi esposizione nella Certificazione unica degli autonomi.
Nel caso di lavoratore senza sostituto di imposta italiano, sarà possibile usufruire dell’agevolazione direttamente con la Dichiarazione dei Redditi, in sede di determinazione definitiva dell’imposta dovuta o a credito.
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